A seguito del webinar internazionale promosso dalle maggiori associazioni europee di ingegneria clinica, La Repubblica ha dedicato un lungo servizio sulle criticità affrontate in termini di approvigionamento, messa in opera e manutenzione delle tecnologie per la salute. Ha scritto il quotidiano: “Gli ingegneri clinici si incontrano (sul web) per discutere delle diverse strategie adottate nei confronti della pandemia. E per trovare soluzioni perché non ci si faccia più trovare impreparati”. Il pezzo è una lunga e approfondita intervista a Umberto Nocco (vice-presidente AIIC) che, tra le altre cose, sottolinea: “Nonostante ci fosse qualche avvisaglia, Covid-19 ha colto tutti alla sprovvista e ha posto le stesse esigenze per tutti, in primo luogo la necessità di agire il più velocemente possibile e di aumentare in tutta fretta la disponibilità di posti letto in terapia intensiva”. “In questo senso”, dice Nocco, “i rappresentanti dei paesi che hanno partecipato all’incontro hanno evidenziato che ovunque sono stati messi in campo degli sforzi senza precedenti”. L’Italia, per esempio, ha aumentato di circa il 50% i posti letto disponibili (prima dell’emergenza erano circa 5500, ovvero 8 ogni 100mila abitanti: oggi sono più o meno 13 ogni 100mila abitanti. L’incremento non è stato lo stesso in tutte le regioni); la Spagna li ha raddoppiati; la Francia è passata da 5400 a 10mila posti letto circa. La Germania è il paese per cui si registra l’incremento minore, pari a circa il 20%; va considerato, però, che i tedeschi già prima dell’emergenza potevano contare su circa 28mila posti letto in terapia intensiva, pari a 33 per 100mila abitanti. Oggi sono 33mila, un dato di gran lunga superiore a tutte le altre nazioni europee. “La reazione negli altri Paesi, Germania esclusa”, spiega Nocco, “è stata molto simile a quella italiana, specialmente se si guarda a quello che è successo al di fuori della Lombardia, la regione che è stata colpita per prima e più duramente dal virus”.
Fonte: La Repubblica