ROMA, 23 LUGLIO – L’Associazione Italiana Ingegneri Clinici AIIC esprime l’auspicio di un maggiore e concreto dialogo tra le parti in causa a seguito delle sentenze 139 e 140 della Corte Costituzionale in merito al payback per i dispositivi medici. “La lettura accurata delle sentenze ci mostra un impianto che da un lato conferma che il meccanismo del payback presenta di per sé diverse criticità”, dichiara il presidente AIIC Umberto Nocco, “e dall’altro afferma che lo stesso meccanismo non risulta irragionevole e neppure sproporzionato alla luce della riduzione al 48 per cento dell’importo posto a carico delle imprese. In pratica – prosegue Nocco – abbiamo la sensazione che le sentenze confermino il quadro delle richieste delle Regioni italiane, ammorbidendo però loro istanze e quindi implicitamente aprendo la strada per una sorta di ‘terza’ via in cui si conferma l’esistenza del payback anche per i DM, ma si richiama ad una sua applicazione ridotta e non retroattiva”.
Resta il fatto – prosegue Nocco – che “fatichiamo a comprendere l’utilità sociale del provvedimento (recita infatti la sentenza: Esso, infatti, pone a carico delle imprese per tale arco temporale un contributo solidaristico, correlabile a ragioni di utilità sociale, al fine di assicurare la dotazione di dispositivi medici necessaria alla tutela della salute in una situazione economico finanziaria di grave difficoltà). Riteniamo infatti che l’impatto del provvedimento sarà pagato su tre fronti differenti: dai pazienti di domani, che potrebbero non avere a disposizione i dispositivi corretti utili o necessari a causa dell’impatto del provvedimento sulle imprese; dalle strutture sanitarie, che non potranno più accedere a una pluralità di dispositivi utili sia in termini di efficacia clinica che di concorrenza di mercato; ed anche dai lavoratori del comparto industriale che potrebbero vedere le loro opportunità occupazionali fortemente limitate. Dovremmo quindi scongiurare questo triplice impatto sociale che potrebbe accadere oggi: la tempestività delle azioni in molti casi ne determina l’efficacia”.
“Auspichiamo almeno”, conclude il presidente AIIC, “che ora le parti chiamate in causa – vale a dire le aziende private e le istituzioni regionali/nazionali – si siedano al tavolo del dialogo, come sempre accade quando non c’è un vincitore ed un vinto. Auspichiamo che questo dialogo possa iniziare da subito ed imboccare strade chiare, sostenibili e non penalizzanti per l’intero SSN e non solo”.
Le aziende sanitarie, sottolinea AIIC, dovrebbero d’altra parte proseguire e accelerare la definizione di processi interni di reale governance dei dispositivi gestite da figure tecnicamente competenti per materia specifica (spiccatamente ingegneristica nel caso dei dispositivi) e per metodi di valutazione così da poter intercettare i dispositivi efficaci e efficienti per i pazienti, sostenibili per il sistema e in grado di dialogare attivamente con il mercato. Conclude Umberto Nocco: “In questo senso AIIC e tutto il mondo dell’ingegneria clinica si dichiarano disponibili ad essere parte integrante, attiva e responsabile della fase che ora si apre a seguito delle sentenze 139 e 140”.