Si è appena chiuso a Roma il XVII Congresso della Società Italiana di HTA, evento che ha registrato una importante presenza di esponenti di AIIC. Alle varie sessioni hanno partecipato come relatori o moderatori di sessione il presidente Umberto Nocco, i past-president Lorenzo Leogrande e Pietro Derrico ed anche Stefano Bergamasco, coordinatore del Centro studi dell’Associazione.
Il presidente Nocco è intervenuto in due sessioni del 6 novembre (Comunicare la decisione e Conoscere la nuova governance dei Dispositivi Medici), la seconda delle quali era coordinata da Derrico e Bergamasco. Nella mattinata del 7 novembre, Leogrande ha invece partecipato alla sessione plenaria conclusiva dedicata a Comunicare e conoscere ai tempi dell’Intelligenza artificiale.
Nei suoi due interventi Nocco ha fatto alcune osservazioni da riportare: da un lato – parlando di raccolta di dati e loro utilità nella definizione di decisioni strategiche – ha sottolineato la necessità di una governance chiara dei dati, sia nazionali, che locali, delle risorse umane necessarie per raccoglierli, della qualità degli stessi e della velocità nelle successive risposte decisionali (“i dati ci sono e sono disponibili, semmai è essenziale che siano organizzati senza la preoccupazione dell’autoreferenzialità delle organizzazioni che li analizzano e li propongono; per questo è utile un dialogo tra tutti gli stakeholder, un ordine complessivo ed una strategia chiara che stabilisca a priori che il dato è utile per realizzare cambiamenti utili ai pazienti ed al sistema, e non come pura conferma ex-post di azioni di governo”); dall’altro – parlando di governance dei DM – ha ricordato che “il nuovo Regolamento europeo ed il Piano nazionale HTA sono occasione per ridare slancio alla valutazione strutturata delle tecnologie. Le criticità – ha sottolineato il presidente – non vengono dalle norme, ma piuttosto dalle particolarità del mercato stesso dei Dm, che presenta una grande variabilità di dispositivi registrati, una velocità estrema di aggiornamento ed un ciclo di vita sostanzialmente breve”. Tutti questi elementi, a cui si aggiungono i software considerati Dm, impattano sui sistemi e sulle organizzazioni. “Occorre pertanto”, è stata la conclusione di Nocco, “dare chiare priorità alle necessità di valutazione per non finire ad ingolfare il sistema complessivo che, comunque, ad oggi ha il vantaggio di presentare norme di riferimento finalmente ben definite”.