Si è svolto a Catanzaro, il 28 luglio scorso, presso il campus universitario un interessante seminario dal titolo La digitalizzazione nel settore dei dispositivi medici organizzato dall’Associazione Italiana Ingegneri Clinici (AIIC) in collaborazione con l’Università degli studi Magna Graecia di Catanzaro-corso di laurea in Ingegneria Biomedica e con l’Ordine degli Ingegneri di Catanzaro. Ampia la partecipazione con oltre 220 iscritti all’evento, 150 persone in presenza tra ingegneri, operatori sanitari e studenti e decine di partecipanti in modalità online. A dare i saluti il Rettore dell’università, il prof Giovanbattista De Sarro, che ha ricordato il grande successo nel 2019 del Convegno nazionale dell’AIIC svoltosi proprio negli spazi dell’ateneo assieme al presidente della scuola di medicina e chirurgia, Agostino Gnasso.
Ad introdurre i lavori il presidente del corso di laurea magistrale in ingegneria biomedica Carlo Cosentino, i referenti regionali AIIC Calabria, Cristian Veraldi e Aldo Mauro e AIIC Sicilia Giuseppe Fatuzzo e Angelo Capizzi, con i saluti del presidente nazionale AIIC, Umberto Nocco soddisfatto dell’iniziativa e per l’ampia partecipazione oltre a sottolineare che il tema della digitalizzazione vede la sfera AIIC e l’ingegnere clinico assoluto protagonista. Tra i saluti anche Francesco Augruso vicepresidente dell’Ordine degli Ingegneri di Catanzaro che ha sottolineato il forte impatto dell’ingegneria biomedica e clinica all’interno del mondo ordinistico segno che l’ingegneria sul piano professionale è sempre più volto ad una commistione dei competenze fra tutte le aree dell’ingegneria.
L’evento è stato ricco di riflessioni con al centro la grande evoluzione della tecnologia in ambito sanitario caratterizzato dal forte apporto della digitalizzazione in tutti i suoi aspetti, dall’informatica sanitaria, IoMT, Intelligenza Artificiale, industria 4.0, interoperabilità sempre più diffusa tra i dispositivi, elementi finalizzati ad incrementare il livello prestazionale delle cure rivolte al paziente, in un contesto mondiale dove la domanda di assistenza è sempre in forte ascesa. L’ingegnere è sempre più al centro del processo di gestione delle tecnologie a servizio del comparto medico, costruendo una figura sempre più imprescindibile per il settore sanitario, soprattutto alla luce degli investimenti previsti dal PNRR nella misura 6 e in relazione al DM70 e DM77. Le relazioni di Cristian Veraldi e Aldo Mauro sono andate in questa direzione, descrivendo la grande opportunità che offre l’evoluzione tecnologica del sistema ma allo stesso tempo la necessità di un attore che possa governare all’interno delle strutture questa evoluzione. In questa logica si è dato grosso valore all’importanza delle norme, come misura di prevenzione nella mitigazione dei rischi associati al settore sanitario compresi gli aspetti cybernetici. Si è parlato di Intelligenza Artificiale e importanza del dato sotto il profilo regolatorio e normativo con il punto di vista di Salvatore Scalzo (Segretariato Generale della Commissione Europea), che ha incentrato la relazione sulla proposta di Regolamento Europeo sull’intelligenza artificiale, denominata AI Act, in atto in Europa. Così come di estremo interesse l’esperienza di Salvatore Scaramuzzino (ingegnere dell’Azienda Zero Piemonte) sull’impatto dell’ingegnere clinico nell’ambito dell’ICT. È seguita poi la relazione di Pietro Hiram Guzzi dell’Università Magna Graecia su un progetto di Telemedicina da lui coordinato a supporto della sanità territoriale nelle aree interne, esperienza proposta anche in alcuni Paese europei. A concludere le sessioni la relazione, quella di Antonio Peta del gruppo Engineering Informatica che ha descritto le caratteristiche della piattaforma nazionale di Telemedicina, una grande infrastruttura informatica di interoperabilità a supporto della sanità nazionale.
A seguire si è svolta una interessante tavola rotonda moderata dal giornalista di Gazzetta del Sud, Alessandro Tarantino e dal vicepresidente AIIC Carmelo Minniti, alla presenza del dirigente della Regione Calabria, Alfredo Pellicanò, esperto di Infrastrutture Sanitarie e Sicurezza, di docenti di medicina, di Concetta Irace e Salvatore De Rosa dell’università Magna Graecia che hanno portato la loro testimonianza di medici impegnati nell’attività clinica con dispositivi sempre più tecnologici e sempre più diretti verso la digitalizzazione. Interessanti anche i punti di vista dei docenti di ingegneria Alessio Merola, Paolo Zaffino e Marianna Milano che hanno parlato della loro esperienza universitaria rispetto ai temi della digitalizzazione. Da segnalare la
testimonianza del mondo dell’industria con Francesca Pristerà di Siemens Healthineers e come l’alta tecnologia stia evolvendo verso il mondo dell’intelligenza artificiale e l’interoperabilità.
Nel complesso si è trattato di un dibattito decisamente interessante dove è emersa la grande necessità di un confronto a larga scala tra il comparto medico, quello universitario, l’industria e delle istituzioni sul governo delle tecnologie dove è emerso in modo assolutamente evidente la necessità che in un contesto di profonda transizione tecnologica gli stakeholder coinvolti nell’intero assetto sanitario sono tanti ed il dialogo deve essere sempre costante e imprescindibile.